Per te oltre l'arcobaleno


Enrichetta, mio dolce amore, riesco a scrivere di te soltanto adesso e non nego che lo faccio con il dolore di chi non riesce a realizzare tutto questo. Non ci sei più ... è il 7 settembre, mi hai lasciata scioccata e messa alla prova anche tu  con un peso sul cuore che mi opprime. Non ho più lacrime da versare, ne ho lasciate cadere tante senza asciugarle. Mi sento sempre più impotente e sconfitta. Mi manchi. Il tuo dolore rimane impresso dentro di me è come un laccio che stringe, non mi rimane nulla di te se non la tua ultima sofferenza durata appena un giorno. 

Due giorni fa passeggiavi in giardino e ti addormentavi all’ombra mentre me ne stavo distesa sulla sdraio. Mi sei stata accanto come sempre mentre potavo i rami secchi e nel pomeriggio abbiamo dormito insieme sul divano. Tutto normale, tutto come ogni sabato! La domenica mattina siamo state insieme in giardino e mentre giocavo  con gli altri cani  tu abbaiavi alle galline nel recinto. Nel primo pomeriggio ti sei sentita male improvvisamente, respiravi con fatica e non riuscivi a stare in piedi. Ti ho portata immediatamente in clinica ... situazione disperata. Lunedì mattina mi hanno chiamata dalla clinica perchè non c'erano speranze ... ho dovuto decidere di farti addormentarti a causa delle tue sofferenze insopportabili e incurabili. "E’ molto anziana, ha oltre 15 anni" mi ripetevano i veterinari  "la dilatazione e la torsione gastrica è molto frequente alla loro età e purtroppo ogni intervento chirurgico risulterebbe rischioso. Dalla radiografia risultano diverse masse tumorali e non abbiamo speranze … bisogna addormentarla."

Non mi sono mai sentita così perdente! Ti sono stata accanto con le mie carezze e le mie lacrime che ti bagnavano il musetto. Ti ho supplicata di non lasciarmi quella decisione straziante, ti ho chiesto "perché?" …. ma tu respiravi a fatica … all’improvviso hai alzato la testa e hai ululato come quando mi salutavi mentre aprivo il cancello al mio rientro a casa.   Mi stavi salutando l’ultima volta.

Non ti ho chiesto di perdonare chi ti sfruttata per la caccia per lunghi 13 anni per poi abbandonarti cieca, sorda e con metastasi. Io non lo perdonerò mai. Ti ho chiesto di perdonarmi per non essere riuscita a donarti più tempo di quello che riuscivo a dedicarti. Ho voluto donarti una nuova vita sperando che sarebbero stati lunghi gli anni da trascorrere insieme, ma non è stato così. In questi due anni hai saputo donarmi tanto amore con la tua presenza costante, sei stata la mammina perfetta per le gattine Sara e Manu che cercavano sempre le tue coccole per addormentarsi. Avrei voluto vivere ancora qualche anno con te, in fondo, non chiedevo l'impossibile ... ma una forza maggiore ha deciso per noi.

Ricorderò le nostre serate in giardino, i momenti in cui ti parlavo delle mele che erano maturate sull’albero,  delle tortore che sbirciavano dai rami  e di Simba che si addormentava al sole nonostante il caldo di agosto. Ti piaceva ascoltare la mia voce che descriveva ciò che non potevi vedere. Te ne stavi tranquilla come una bimba, con gli occhi chiusi e la testolina poggiata sulle mie ginocchia. Mi sentivo serena e rilassata con te, felice di poterti donare il mio amore e il mio tempo, non eri un impegno ma un dono prezioso arrivato dal Cielo.  Eri il mio angelo custode. Ogni sera quando mi distendevo sul letto mi davi la buonanotte annusandomi dalla testa ai piedi prima di accucciarti accanto a me. Mi manca  il ticchettìo delle tue zampe sul pavimento, il tuo sguardo perso nel vuoto,  la tua prima volta al mare, la tua prima volta in campagna, la tua testolina sulle mie gambe  e le brevissime passeggiate per quel gelato al limone che ti piaceva tanto.

Voglio sognare che ora corri felice con i tuoi occhi nuovi …. Ci ritroveremo oltre l’arcobaleno, oltre le nuvole sfilacciate o panciute, oltre la luce delle stelle … e avrò tanto da raccontarti. 

 





























 

 

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