PRESIDENTE...

(Antonella Riviello -  "Tra me e il buio")


Che non sia solo un canto da ubriaco,
lamento privo di radice...
a soffi di venti nostrani
rialziamo al mattino baveri scuciti;
casareccia amarezza
svuotiamo sui fondi di tazzine
al primo bar.
Presidente,
al mattino il sorriso diventa stretto
quando sotto le stesse pensiline
di una infanzia, gli anni si rincorrono
come auto o autotreni.
Il nostro cuore è un tamburo
nelle notti mute di marciapiedi,
vuoto come il cesto in cantina.
Chiedere giustizia, Presidente,
non è dare un colore,
seguire un simbolo, un'asta, una bandiera...
ma dire "non va", sganciarti dall'ingranaggio,
può costarti l'impiego.
Il pensiero, l'idea, la verità,
valgono quanto una saponetta, una cicca,
un dentifricio, una foglia d'autunno,
senza "tessera di favore"
o un "signorsì".
Prova a sporgere il volto nella via
che incessantemente ritma i suoi dolori,
le sue angosce, le ingiustizie
al di sotto dei tuoi palazzi piovosi,
monumentali, artistici e scottanti.
Stiam vagando da soli in cerca di riflessi
mentre un ragazzo muore
tradito dal lavoro....
e aggiungi il suo nome alla tua lista...
il suo nome, Presidente, no...non il tuo!
Sui nostri muri miti sovrapposti,
aquile in agguato fra tasti percossi,
vocii di corridoi infiniti
e le parole son cerchi di fumo.
Ingoiare! Ingoiare!
E la fontana non smette
il suo eterno gocciolio....
Mentre l'Italia crolla confusa dal colori
tu, con l'ultimo sorso, hai finito il tè!



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