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Grazie piccoli amori miei, per sempre nel cuore

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  Come si fa a cancellare i pensieri? Come si fa a non ricordare quel brivido di impotenza che gela la schiena? Come si fa a rimanere in casa o a impegnarsi nel giardino quando ogni centimetro di spazio mi ricorda di loro? No, non sono ferma nel passato! Devo soltanto impegnare i pensieri e la mia mente per uscire da questo tornado di tanti perché senza risposta che ancora mi travolge. L’anno 2020, anno del lookdown e con tutta l'interminabile prigionia è stato un anno terribile, feroce, straziante, ostinato e crudele nel portarmele via una dopo l’altra per malattie improvvise e incurabili: Nala il 20 gennaio, Sara il 14 febbraio, Manu il 22 aprile ed Enrichetta il 9 settembre. La piccola Antopappa fu la prima a lasciarci l’anno precedente, un mese dopo la scomparsa di mia madre. Ricordo che avevo paura di tornare a casa e trovare ancora qualcuno di loro che stesse male. Mi guardavo intorno e la casa era vuota, tetra, senz’anima, senza i giochini sparsi ovunque. Carezzavo i sonagli

Stasera è tutto così silenzioso ...

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Antopappa volata in cielo il 10 apr 2019 ... ci manchi tanto ... Stasera è tutto così silenzioso.... Un dolore profondo e composto che percepisco dai loro silenzi. Non si gioca... Pulcetta non rincorre le palline che le lancio, Manu non ha quella coda da tirare.... Nessuno salta sul tavolo... Nessuno va nella loro stanzetta.... Uniti in questa assenza che non sembra vera.... Mentre eseguivo le faccende di casa l'ho chiamata guardando il suo posto in giardino perché la pappa per tutti era pronta ma è ancora lì..... La sedia vuota accanto al melo mi ha riportata la crudele realtà.... Noi stiamo qui silenziosi perché le nostre anime ancora non accettano il vero.... Loro hanno capito tutto quando hanno odorato il trasportino vuoto.... Ora è lì nel giardino della nostra carissima amica e mi rasserena pensarla così..... Ma dimmi.... stai bene tra le stelle Antopappa? Pulcetta ed Enrichetta Manu Simba e Nala

Antopappa, una magia di colori

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Ci sono malattie che non perdonano e oggi, 10 aprile 2019, è volata in cielo alle 06:00 del mattino dopo dieci giorni di sofferenze, lasciandomi incredula e con un gelo nel cuore. La sua storia somiglia a tante altre ma diventa sempre particolare per chi la vive in prima persona e per chi, come me, porterà nel cuore il ricordo di un rapporto di amore, complicità ed empatia che ha reso indimenticabili le nostre giornate di questi tre anni.   Antopappa, un nome originale per lei, dolce, un po’ timorosa, con un motore di fusa che si attivava quando mi girava intorno con la sua coda dritta come una bandiera. Inizialmente fu chiamata Antonella dalla mia amica e successivamente, al diminutivo “Anto” affiancai “pappa”, la magica parola che la faceva schizzare come un lampo dai tanti posti che sceglieva per nascondersi. Inizialmente fu presa in casa da mia figlia che aveva già un cane e dopo la sterilizzazione la portai a casa   mia per farla giocare con gli altri gatti. Anto