Strade di latta

Te li ricordi i papaveri? Il primo era nato così, improvviso, fragile e tremante nella nostra aiuola. Ti incuriosivano i suoi petali leggeri e assetati di rugiada. Li sfioravi con la tua zampa minuscola, attenta a non sciuparli. Li annusavi e correvi via a nasconderti quando un petalo si muoveva appena. Guarda che magia stanotte nel giardino! Mi parlano di te ed ascolto con gli occhi lucidi assorti. Ne conto uno, due, otto ... dieci ... me li ricordo i papaveri ...

                      Sei una calda compagnia che rasserena che racconta che ricorda ... quando tutto tace e gli scoppiettii scuotono il silenzio. Una compagnia che si consuma piano fedele e inquieta festosa e magica come le storie delle danze intorno al fuoco sulle rive. Raccontami del tuo ceppo e delle allodole.      

Affronta la vita come un mare. Il tuo cuore è la riva del mare e gli affetti sono come le onde. Non importa quante onde lo bagnano, ciò che conta è l’onda che lo spinge sulla spiaggia, al riparo.

Voglio lasciarti i colori quelli infuocati dal raggio di sole quando trafigge le nuvole e ti porta un sorriso. Voglio lasciarti i colori amalgamati e sbavati sui cartoncini tra i banchi della scuola quelli che macchiano le ginocchia e il naso per ricordarti del tempo. Voglio lasciarti i colori del bosco all'imbrunire quelli che ti riportano la voce delle foglie di castagno tra la terra e i passi. Voglio lasciarti i colori.

    Noi guardiani delle sere, del tempo e delle stelle .... attendiamo le luci della sera per sorprenderci ancora .... (14 agosto 2017)

                                        Luci ferme nel vento stasera calde e dorate come i fiocchi di ricordi che si rincorrono nella sfera di vetro. Tornano le voci che si chiamavano da una stanza all’altra i doni nascosti nell’armadio e la storica tovaglia da spiegare. Agito la sfera e ogni fiocco è un ricordo leggero. Torna il tetto innevato e la neve raccolta con le mani, la fetta di cielo azzurro dietro al monte e i miei occhi colmi di meraviglia alla finestra. Tornano le sue ginocchia e la calda coperta accanto al camino, la sua macchina da scrivere e scampoli di storie già ingiallite. Tornano i miei passi rumorosi lungo i vicoli profumati di muschio e di memoria. Luci ferme nel vento stasera calde e dorate come i fiocchi di ricordi che cullano i sogni nella mia sfera di vetro.           

                                      E' un'aria che si respira e si tocca  quasi quella di un settembre appena nato tra l'asfalto e il cielo. Cammino senza contare i passi con gli occhi nel vento e le mani in tasca lungo questa strada deserta che non porta a nulla. Vorrei ritrovare il profumo dei boschi e le foglie cadute sui piedi nudi e sicuri lungo le sponde del ruscello. Vorrei addormentarmi con gli occhi persi  oltre nuvole buffe e bizzarri rami  che ricamano il cielo senza un pensiero senza un sogno senza un'attesa. E' un'aria che si respira e si tocca quasi  quella di un settembre appena nato.  

Dove arriva la luce del ricordo non c'è buio. Sono qui, tra le rocce e il cielo annebbiato appena. Non sono mai andato via. Passeggio lungo le strade scalcinate figlie di una data e di un tempo. Sorrido ai pensieri di libertà sulla mia storia caduta a pezzi. Siamo tutti raccolti qui a piedi nudi come quando ci nascosero alla morte tra giacigli di paglia e fuochi spenti. Siamo qui con occhi lucidi e assorti mentre ci ricordate a voce bassa. Danziamo con voi questa sera tra le note e le stelle, invisibili e silenziosi. Messaggi di pace e amore lasciano sorrisi e ci uniscono in un canto nuovo e più forte. Raccontate e danzate volteggiando ai primi raggi di luna, siamo con voi a ricordare la morte e la salvezza. Raccontate sempre di noi e danzate a difesa della vita giovani cuori e nobili pensieri. Dove arriva la luce del ricordo non c’è buio. ( Dedicata al Museo della Memoria - Evento "Museo sotto le stelle" a questo link ...

Siamo nate per leggere ciò che c'è scritto  tra l'acqua increspata e le foglie  mentre il sole scompiglia le nostre rughe.  Andiamo dove il sole tarda a nascondersi  e una goccia di rugiada cade lenta tra gli occhi.

Due passi nel vento  nella sera come non ci fosse domani  né ieri.  Due passi leggeri su tracce  d'immenso.

Respiro il cielo  come se non avessi altro e mi vesto di nuvole  per sognare le ali.

Non c'è brivido  nella notte  se un sogno  di stelle  si fa spazio  nel buio.

Gli occhi ritornano  tra i rami in fiore  e sbirciano curiosi i miei passi nel vuoto.

Tra le dita del vento madre natura danza leggera, serena vestita di acquerello e  lievi profumi d'erba o di fiumi. Danza sui marciapiedi deserti, richiama nei prati i daini e gli anatroccoli, sveglia i delfini e le balene dicendo al vento di increspar le onde. Nessuna città ancora si risveglia e gli animali la fanno da turisti per le strade mentre lei corre a salutar le api tra i cespugli in fiore. Madre natura danza sui nidi e sulle alture e tutto è in fiore dove il ruscello dedica al gregge la sua antica strofa. Lei non si ferma. Lei lascia fiori  lungo strade  di morte e di peccati  poi  danza, corre con le ferite aperte coraggiosa e fiera del fiore sbucato dal cemento e delle foglie  nuove che sembrano carezze nella foresta arsa che si riveste ancora. Madre natura impazza come chi non si arrende, come una madre che vincerà ogni furia al cospetto del tempo.  

Torneremo con i piedi baciati dalle onde e le mani dorate di sabbia con gli occhi ricchi di sole e capelli di rugiada. ... Torneremo con dolori e risate sulle panchine svuotate a raccontarci giocando con i capelli e con le mani. Torneremo con le paure dimenticate indossando colori nuovi sconosciuti alla primavera. Torneremo più forti di ieri con la forza di rinascere con la voglia di amarci e di sorprenderci ancora. Torneremo.

Le assenze si vestono di ricordi che colorano la notte vuota di stelle e sogni. Rimaniamo così, stretti per non perderci affidando al fievole raggio di luna i nostri cuori trafitti. I nostri respiri non fanno rumore e non contiamo le ore né i giorni che ci passano addosso. Fa freddo .... terribilmente freddo ...

Mi accompagni mi corteggi mi proteggi nelle sere uguali di ombre ... calpestate in fretta. Vorresti seguirmi ma il il tuo orizzonte corre indietro mentre i fari fanno luce nella sera. Sappiamo tutto di noi muti e sereni di faccia alle maree pronti a perderci dove il cielo della notte incontra il mare.      

C'è profumo di muschio e di terra bagnata. C'è una luce che riscalda la fredda parete e un carillon che suona. ... C'è un pò di nebbia stasera e sorrido al vento che non ha reciso le mie rose. C'è un foglio vuoto di parole che infiamma la legna nel camino ed io ci sono con occhi e sciarpa nel vento a raccontarmi ancora.      

Forse torni stasera mentre saltellano le luci tra le foglie e i cani le osservano sorpresi con il naso per aria. Il fuoco del camino ... coccola le mie sere così lontane dalla nostra neve sui tetti e dal passero che nutrivamo insieme. Mi stringo nelle spalle e quel vuoto nel cuore si riempie di attimi e sogni senza luce. Ricordo la nostra sfera di vetro con il pupazzo di neve tu l’agitavi ed io ridevo con gli occhi incantati da quei fiocchi d’argento che danzavano come per magia. Forse torni stasera e nel sogno mi condurrai per mano nei vicoli di lanterne e caldarroste. Rideremo dei nostri passi risuonanti così vicini al suono di zampogne mentre saltellano le luci tra le foglie.

Conosco il segreto dei monti e della neve. Vivo dove la luna ... illumina il mio rifugio e il sole riscalda i miei cuccioli. Conosco il segreto del vento e seguo le tracce del mio compagno quando è in cerca di cibo. Conosco il segreto della vita che tu distruggi inconsapevole che ogni volta condanni a morte la tua. Conosco il segreto della tua libertà mentre tu non ricordi il segreto della tua ricchezza. Soltanto il rispetto per la vita ti renderà libero e felice.