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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Vivrai sempre nel cuore dolce Nala

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20 gennaio 2020 - Stasera ho guardato tutte le foto che dal 10 settembre 2012 hanno riempito tante cartelle seguendo la nostra vita insieme. Non ho la forza di parlare di te con tanti che non potranno mai capire o fingono di farlo, preferisco raccontarlo a queste pagine che raccolgono gioie e dolori della mia vita con te e con tanti altri come te. Tu non eri un gatto ma una figlia coccolona, l'amica speciale che percepiva i miei stati d'animo e curava le mie tristezze strofinando il suo musetto sulla mia mano. Eri la mia "Na" e quando ti chiamavo così ti piaceva tanto, mi rispondevi con i tuoi insistenti miagolii e mi giravi intorno alle gambe in cerca delle mille carezze. E poi i tuoi occhi, così verdi e limpidi, così attenti e dolci, due laghetti nei quali specchiavo i miei quando mi osservavi dal tavolo della cucina, in attesa del piccolo premio.     Sette lunghi anni indimenticabili, momenti di amore, fedeltà e complicità che non si possono contare e che

Classe '14

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Il sipario si è chiuso - mi dice - vendevo abbuono abiti smessi all'angolo di corso Umberto I poi improvvisa la guerra, la miseria a far code di donne agli spacci  segreti. Le vie desolate, le mura imputridite, ogni cosa puzzava di tedeschi, finanche il pane ne diffondeva il lezzo a sera. "Heil Hitler". La sua voce assurda s'intanava nei polmoni, nelle ossa ... tuttora nelle notti inoltrate mi sembra riudirlo starnazzare. Partimmo in tanti - continua con occhi allucinati  - e ancor sento diffondere dalle tempie alle caviglie le gelide notti russe le gelide notti di prigionia e poi la sabbia ardente del deserto, le cavallette insidiose, l'Africa impensabile di una lontana mappa. Ed ora eccomi qui privo di gambe si, ma fortunato di esserci ancora ... Ricordo quando le persi ... ricordo una bomba dispettosa ... le portò via nell'aria bruna tersa ... caddero distanti un venti metri una dall'altra. Piansi, no

SE DI ME ...

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Avrai ali bagnate occhi di pantera da un rimpianto addolciti se un giorno verrai, se di me cercherai come invano cercai i tuoi occhi per nuotarci dentro. Sarai profumo di terra e boschi e avrai labbra dipinte da sorrisi veri come il giorno, semplici come l'alba, eterni come l'astro. Per te affiderò apriche finestre al vento, i miei capelli a marzo, i miei sandali al mare, la mia pelle al gelo. Perchè il tuo nome di mamma fu cifrato dal polline di una rosa bianca, un papavero, un girasole. Perchè il tuo volto lo dipinsero gli astri sulle tele del cosmo e più non va via, più le costellazioni lo ravvivano nella notte quando il buio riapre il suo arcano spettacolo. Avrai ali bagnate di gabbiano ferito da ciò che non passa, non sfuma, nè sfiorisce, se un giorno verrai, se di me cercherai come invano cercai i tuoi occhi, come invano mi chiedo senza darmi risposta.

UNA VIRGOLA

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Un gradino poi un altro. Il vento schiaffeggia la tua soglia. Soffi  prepotenti alle tue mani impacciate. Tu a scordare vent'anni in una frase sospesa da una virgola e un silenzio ... io a narrarli soltanto dietro a un cenno. E cade la neve oltre la tenda azzurra. Sibila il vento tra fessure illogiche conclusioni, sospette realtà ferite da un segreto. Tu a celare espressioni tra odori fumanti di cucina. Io a seguir su castagne i tuoi tagli imprecisi, il tuo sguardo nel vuoto. Sei la storia comune, replicata di tanti nostri films ... stupida frase sospesa da una virgola e un silenzio.  

PICCOLO BORGO

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Piccolo borgo. Intruglio ancor vivo di voci, sguardi velati da tendine intessute di luci smorte. Bastardo borgo via scacciò passi in parte miei ... ora più non ricorda e smarrisce colori su pagine incomplete. Piccolo borgo sbadigli di porticati e storie che inseguono il crepuscolo. Piccolo borgo sui tuoi lastrici persi l'ombra mia quando raggi lunari filtrarono ansie sulla pelle ... ed io cifravo racconti tra il chianti e bruschette di taverna. Borgo di ironia sorbita da lanterne corteggiate da voli brevi .... poi il mio sguardo ristette e al cuore strinsi il rombo del motore ... nel piccolo borgo antico.

TORRI DI FUMO

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Gli occhi che nel cassetto custodisti puoi rimettere adesso sul tuo volto; riporli sicura e indifferente rifugiarti nella fermezza della tua voce roca. Guarderò torri di fumo all'alba. Scaccerò vie straniere da viaggi in vagoni polverosi. Sul mio mare increspato ho aperto finestre all'alba. Pazzi voli han slacciato gli occhi miei dal ricordo di un vetro una stufa, una finestra. Puoi tornare a giocare le tue carte a nascondere l'asso chissà dove ... guarderò torri di fumo all'alba.

Dov'eri

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Quando ho scorto un tuo morso sulla pelle .... dov'eri? Prima di te e una storia spazi comodi d'aria poi il rumore costante penetrante di un'ora ed altre ancora. Ho calpestato una via imperterrita afferrando immagini e il sole su di me moriva, in me entrava la notte come rapide frecce. Sul mio corpo assopiti suoni di distanze, schiaffi di vento alle tue guance e il tuo morso ... dov'eri? Dov'eri? A inventarti per l'imprevisto un occhio amaro ... malato ... un sorriso ironico ... Dov'eri quando un giorno ho scoperto il sole, le voci, che il lago incantato è un'idiozia, un imbroglio? Dov'eri? ... a seppellir qualche amore, a confondere la terra con il mare, a ricucir gli stracci perchè il mondo non sappia dell'ingombro di un fagotto? Perchè in fondo c'è spazio ed ogni strada si incrocia al bivio ... allora saprò dov'eri ....

CORSA IRREVERSIBILE

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Non ti stupisce il tempo a sfiorar sassi   medesimi di ieri mentre incalzi il tuo giorno a piedi nudi. Irreversibile corsa non ti curi di noi incoscienti  di nuvole già perse tra luci impazzite e 100 orari. Stupidi a dissipar la nostra noia ... follia di nasconderci  agli occhi di una vita differente.  

SPETTATORI IMMOTIVATI

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Una goccia di pioggia Un'altra Un'altra ancora. Noi due assenti Com'è assente la primavera Assorti tra lembi di pensieri. Cade una goccia e la segui lentamente Muore sotto i nostri occhi Di spettatori immotivati.

UN GIORNO RICORDERAI

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    Quando il suono della mia voce avrà nuovi orizzonti ricorda le parole che dicevo ... i miei versi frettolosi ... Se mai dovessi smarrirli ricorda la certezza della notte l'odio in agguato nel respiro in fondo al cuore ... negli occhi. Fa dei tuoi occhi specchi limpidi  di cieli immensi e la tua pelle sia sempre terra calore ... semplicità.

MI DICI

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Che ne sai di segrete amarezze radicate in un verso rubato frettolosamente alla penombra? Confronti il mio volto con centro altri volti per le vie ma non guardi all'interno dei miei occhi. Che ne sai di fitte ombre incise all'angolo del cuore? E ancora un rigo sorvoli .... - hai fantasia - mi dici.