Ci sono malattie che non perdonano e oggi, 10 aprile 2019, è volata in cielo alle 06:00 del mattino dopo dieci giorni di sofferenze, lasciandomi incredula e con un gelo nel cuore. La sua storia somiglia a tante altre ma diventa sempre particolare per chi la vive in prima persona e per chi, come me, porterà nel cuore il ricordo di un rapporto di amore, complicità ed empatia che ha reso indimenticabili le nostre giornate di questi tre anni. Antopappa, un nome originale per lei, dolce, un po’ timorosa, con un motore di fusa che si attivava quando mi girava intorno con la sua coda dritta come una bandiera. Inizialmente fu chiamata Antonella dalla mia amica e successivamente, al diminutivo “Anto” affiancai “pappa”, la magica parola che la faceva schizzare come un lampo dai tanti posti che sceglieva per nascondersi. Inizialmente fu presa in casa da mia figlia che aveva già un cane e dopo la sterilizzazione la portai a casa mia per farla giocare con gli altri gatti. ...